31 marzo 2015, chiudono gli Opg
Angelo Righetti, psichiatra, è il Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione di Comunità di Messina. E’ stato fra i principali collaboratori di Franco Basaglia nella preparazione delle linee direttrici della famosa legge che ha portato alla chiusura dei manicomi.
“È un grande giorno il 31 marzo 2015. I manicomi criminali sono chiusi, la cura e la riabilitazione dei malati di mente rei ha ora la prevalenza sull’internamento. Sono state promosse le possibilità perché la psichiatria, le aziende sanitarie, gli enti locali, la magistratura, si facciano in modo concorde carico delle persone ammalate. I magistrati e il servizio sanitario regionale dovranno ottemperare per la scelta delle cure alle sentenze della Corte Costituzionale del 2003 e del 2004 e alla legge 81 del 2014. Dovranno essere concordate e promosse per ogni paziente misure alternative all’internamento e alla detenzione. Anche le REMS collocate a Caltagirone e a Naso per quanto concerne la Sicilia nascono residuali e non potranno ospitare le persone per periodi superiori al massimo della pena prevista per il reato commesso. Ciascuna persona internata nelle REMS dovrà beneficiare del progetto terapeutico riabilitativo individualizzato volto alla riabilitazione e reintegrazione sociale delle persone ammalate. È in questo straordinario compito che il terzo settore darà prova della propria capacità di collaborare e di costruire alternative reali alla esclusione sociale. In Sicilia su questo versante non mancano certo le esperienze esemplari e in particolare la Fondazione di Comunità di Messina ha mostrato e dimostrato come sia possibile riabilitare le persone e promuovere nel contempo lo sviluppo umano ed economico dei territori, ottenendo anche un notevole risparmio per le istituzioni. La Fondazione ha tenuto accesa una luce in periodi difficili e francamente oscuri che hanno segnato l’arrivo alla riforma del settore. Sul versante istituzionale il ritardo colpevole nell’approvazione del decreto del primo aprile 2008 sul passaggio della sanità carceraria alle aziende sanitarie ha reso e sta rendendo più difficile la cura delle persone malate di mente che si trovano ristrette nel carcere e che rappresentano il 20% di tutte le persone detenute. La data del 31 marzo è anche un auspicio importante perché la Regione colmi i vuoti e le inadempienze che hanno segnato fino ad ora la strada difficile delle buone cure e delle buone pratiche in un settore così importante e decisivo per la convivenza e la coesione sociale”.
Angelo Righetti