Apre il Cantiere del Seme d’Arancia
Un restauro “partecipato”, una mostra, un dialogo aperto tra arte, amministrazione e socialità. L’appuntamento a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) di sabato 11 gennaio 2014 è tutto questo. Alla presenza di Emilio Isgrò, Ferdinando Scianna e Marzo Bazzini, sabato, infatti, alle ore 17, nella piazza Vecchia Stazione Ferroviaria sarà presentato il “Cantiere del Seme d’Arancia”, percorso partecipato del restauro dell’opera donata al Comune da Emilio Isgrò alla sua città, gravemente danneggiata dal tempo e da atti vandalici, oggi parte del fondo dedicato a Barcellona P.G. della Fondazione di Comunità di Messina.
In contemporanea, e strettamente collegata, avrà luogo l’inaugurazione, nelle sale espositive al primo piano, della mostra fotografica di Ferdinando Scianna, dal titolo “Emilio e altri siciliani”, primo appuntamento del progetto “Passaggi di testimone”.
Promossa dal Comune di Barcellona P.G. e dalla Fondazione di Comunità di Messina, l’iniziativa prevede che il restauro possa essere seguito in tutte le sue fasi dai cittadini attraverso visite guidate e laboratori sperimentali, così da fondare in un diverso modello di spazio dedicato all’arte contemporanea le funzioni fondamentali del fare cultura e generare identità territoriale.
Da qui l’obiettivo di coinvolgere l’intera cittadinanza. La presenza del Seme d’Arancia e le vicende legate alla sua storia hanno orientato l’attuale amministrazione, in stretta collaborazione con la Fondazione di Comunità di Messina, a intraprendere un percorso culturale aperto alla più innovativa, accesa contemporaneità, percorso affidato alla cura di Marco Bazzini, figura di rilievo ed esperienza nel panorama museale dell’arte contemporanea.
L’operazione, diretta dall’architetto-restauratore Francesco Mannuccia, e condotta dalla società specializzata L’ISOLA, prevede il ripristino della finitura superficiale della scultura che non svolge più la sua funzione estetica e protettiva, sia perché nel tempo vandalizzata da scritte a vernice spray, sia perché i materiali costitutivi si sono alterati per l’esposizione agli agenti atmosferici.
Voluto e realizzato come simbolo di un nuovo corso per una delle città più tormentate della Sicilia, il Seme d’Arancia – che per Isgrò rappresenta «il seme dell’arte, il seme della vita, il seme di quel che vuoi, che contiene già di per se la teoria di ciò che è o potrà diventare» – ha avuto in questi quindici anni una storia tanto entusiasmante quanto travagliata. Della questione si sono occupati in molti, compresi i maggiori critici, rilasciando innumerevoli dichiarazioni a difesa dell’opera di Isgrò e del suo significato civile. Oggi, grazie alla disponibilità della Fondazione di Comunità di Messina, si procede al restauro, così da riaffermarne il messaggio di nuova cittadinanza. I lavori si concluderanno il 21 marzo.
Nell’ambito del percorso partecipato, tassello di straordinario rilievo è la mostra fotografica di Federico Scianna, uno dei grandi protagonisti della fotografia contemporanea: una trentina di ritratti selezionati per l’importanza del rapporto di amicizia e stima avuto da Scianna con questi suoi conterranei. Volti di gente comune ma anche dei grandi intellettuali come Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo, Sebastiano Addamo, e naturalmente Emilio Isgrò a cui, invece, è dedicato un nucleo più ampio a testimonianza di un rapporto duraturo nel tempo. Una mostra di affetti, come del resto i libri o le numerose altre esposizioni da lui realizzate, ma che in questa occasione acquista anche il sapore di una testimonianza del meglio che questa terra ha saputo e sa esprimere; perchè “ci sono fuochi di talento – scrive Scianna – che nascono come bei fiori in un giardino, che una volta appassiti non lasciano stirpe. Ci sono invece semine sistematiche che regolarmente producono rigogli e frutti. É questa la cultura.”