Le suore dorotee affidano alla Fondazione di Comunità di Messina il “castello” di Mirabella Imbaccari

Conosciuto come il “Castello” di Mirabella Imbaccari (Catania), il Palazzo Biscari, è stato ceduto, con atto del luglio 2014, alla Fondazione di Comunità di Messina dalle Suore Dorotee di Santa Paola Frassinetti, che lo hanno gestito per più di un secolo.

La Fondazione – una volta realizzati i necessari lavori di rifunzionalizzazione – vi aprirà una Scuola di alta formazione in economia civile e sociale che sarà finanziata dagli utili derivanti da Sefea Energy, la nuova Esco (Energy Service Company) costituita con Sefea, la Società Europea di Finanza Etica ed Alternativa fondata da Banca Etica e altre nove istituzioni finanziarie europee.

In pratica, la Esco starà sul mercato offrendo servizi di efficienza energetica, miglioramento tecnologico e risparmio di energia. Gli utili della Esco saranno interamente reinvestiti in formazione finanziando borse di studio sui diversi territori europei per permettere a giovani motivati di partecipare alla scuola di alta formazione in economia civile la cui sede principale sarà proprio a Mirabella.

Per il Castello barocco – fatto costruire intorno al 1630 da Giacinto Paternò, su un impianto almeno cinquecentesco, gravemente danneggiato dal terremoto del 1693, ricostruito e sopraelevato agli inizi del sec. XVIII da Ottavio Trigona – si apre dunque un “nuovo capitolo”, che rispetta appieno la volontà degli antichi proprietari, i principi Paternò Biscari, e la missione delle Suore Dorotee di Santa Paola Frassinetti, alle quali i principi lo hanno donato nel 1910 con il preciso obiettivo di promuovere crescita morale e materiale della popolazione.

Intitolata a Santa Paola Frassinetti, la congregazione delle Dorotee, che “coltiva le fanciulle” affinché la “metà della generazione” cresca buona e, “nell’educazione delle madri sopra i figlioli”, faccia “necessariamente migliorare anche l’altra metà”, fu infatti scelta dalla baronessa catanese Angelina Auteri e dal marito Ignazio Paternò Castello dei Principi Biscari affinché proseguisse nell’impegno di rinnovamento e miglioramento del territorio che, una volta scoperte l’arretratezza e la povertà del feudo, aveva caratterizzato l’attività dei due principi.

Allieva delle Dorotee, fulcro di questo impegno è proprio Angelina, che “chiede, ascolta … Si fa carico delle preoccupazioni che assillano le donne … Studia delle possibilità per organizzare Centri di Ovicultura, Coniglicultura, Apicultura, Calzoleria … Getta le basi per cooperative di piccole industrie agricole” in un crescendo di progetti che puntano in modo particolare sulle giovani del paese, alle quali la baronessa non solo insegna l’arte del tombolo, ma anche a contare sulle proprie forze e ad essere parte attiva del bilancio familiare.

Una bella e lunga storia. Angelina e Ignazio donano il proprio immenso patrimonio in beneficenza e accolgono entrambi la “chiamata” religiosa, diventando l’una monaca nel Carmelo di Modena con il nome di Suor Maria di Gesù, l’altro Barnabito di Monza e prete con il nome di Padre Ignazio. Le “suore maestre” ricevono il Castello e vi avviano una scuola dedicata alle giovani. Da qui il tombolo, il ricamo, i tessuti preziosamente creati e abbelliti, i pizzi, vere e proprie opere d’arte che hanno fatto conoscere Mirabella nel mondo e ne hanno fondato l’economia. Arte del merletto siciliano, viene infatti chiamata, una bellezza “antica e composta”, frutto di sapienza artigianale e di tecniche di lavorazione tuttora gelosamente custodite.

Oggi, in coerenza con i nuovi saperi tecnologici e scientifici e le attuali consapevolezze socio-economiche, la “nuova vita” del Castello si apre su un ulteriore scenario di ricerca e formazione per una economia sostenibile, innovatrice e solidale.

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