L’Horcynus Festival a Mirabella Imbaccari, eventi, riflessione e progettualità

Presentati i progetti per l’Archivio sui fatti e processi di mafia siciliani e l’esposizione della collezione di pizzo a tombolo, primi elementi dell’infrastruttura educativa che la Fondazione realizzerà a Palazzo Biscari

Con la quattro giorni di appuntamenti, dal 5 al 9 agosto, a Mirabella Imbaccari si è conclusa la sessione estiva di Metamorfosi, la XVII edizione dell’Horcynus Festival, organizzato come sempre della Fondazione Horcynus Orca e della Fondazione di Comunità di Messina, quest’anno in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna in Italia – la Spagna è il paese ospite del Festival 2019 – e la Fondazione con il SUD.

La corte interna di Palazzo Biscari, donato dalle suore dorotee alla Fondazione di Comunità di Messina, ha ospitato cinema, teatro e produzioni originali, nel pieno spirito di un evento che affianca performance, riflessione e progettualità nei luoghi strategici di attività della Fondazione.

Così, la proiezione del film Segreti di Stato, sui fatti di Portella della Ginestra dell’1 maggio 1947, di Paolo Benvenuti, ha permesso di presentare al pubblico del Festival il progetto di infrastruttura educativa e formativa che sarà ospitata nelle Antiche Scuderie di Palazzo Biscari. Il primo passo per il nascente polo di Mirabella Imbaccari prevede di ospitare a Palazzo l’Archivio sui fatti e i processi di mafia siciliani, costituito dalla Fondazione di Comunità a partire dal fondo di documenti su Portella della Ginestra che è stato in gran parte costruito da Benvenuti e dagli storici che hanno effettuato con lui le ricerche propedeutiche alla sceneggiatura del film.

Mirabella e i saperi del pizzo a tombolo

Così, il lavoro documentaristico di Alberto Valtellina (8 agosto), su Mirabella e i saperi del pizzo a tombolo, montaggio artistico – accompagnato dalla musica scritta da Luigi Polimeni ed eseguita dal vivo dallo stesso Polimeni e da Giacomo Farina – sulla storia del castello dall’arrivo delle suore doretee ad oggi, centrato sulla lavorazione del pizzo a tombolo che le ha viste come formatrici  di generazioni di donne di Mirabella dai primi del 900 fino ad oggi, è collegato ad una seconda idea in fase di realizzazione: organizzare per l’esposizione le collezioni storiche di Palazzo Biscari, dalla collezioni di pizzo a tombolo ai disegni connessi e agli strumenti necessari per queste lavorazioni.

Nel programma a Mirabella anche il teatro, con F-Aìda, reading teatrale con Salvatore Arena e Massimo Barilla, musiche originali dal vivo di Luigi Polimeni, in collaborazione con Mana Chuma Teatro e la Rete Latitudini, e la proiezione di Primula Rossa. Il film, diretto da Franco Jannuzzi, è prodotto dalla Fondazione di Comunità di Messina, è ispirato e dedicato alla vera storia di Ezio Rossi, ex terrorista dei Nuclei Armati Proletari che ha passato gran parte della sua esistenza tra carcere e Ospedale Psichiatrico Giudiziario Unendo fiction e documentario, il film intreccia la vicenda di Ezio (Ennio nel film) con quelle di altri internati dell’OPG e con quella dello psichiatra Lucio, che lotta per cercare soluzioni che restituiscano diritti di cittadinanza a persone deboli ed escluse dalla società. Molti ex-internati hanno tra l’altro partecipato alla realizzazione del film. Tra gli attori Roberto Herlitzka. Infine, il Festival ha ospitato la proiezione di opere di registi locali: Storici scorci di Mirabella Imbaccari, dalle origini ai nostri giorni, di Pino ZaccariaGenerazioni a confronto, di Egidio Termini, documentario che prende in esame la situazione culturale di tre paesi del calatino: Mirabella, San Michele, San Cono.

“Abbiamo voluto fare di questa quattro giorni una sorta di manifesto di cosa intende la Fondazione per sviluppo umano – spiega il segretario generale della Fondazione di Comunità di Messina, Gaetano Giunta -. Crediamo che non possa esserci sviluppo senza ricerca della verità, senza investire in conoscenza e senza contrastare con decisione qualunque forma di economia e di controllo criminale delle società. Non può esserci sviluppo umano se non a partire dagli ultimi di un territorio, perché lo sviluppo o è di tutti o genera diseguaglianza e la diseguaglianza finisce inevitabilmente per diventare trappola, anche per lo stesso sviluppo economico. La nostra idea di sviluppo umano mette in relazione saperi e competenze locali, nel caso di Mirabella centenarie, con l’innovazione intesa nel senso più ampio e più generale possibile. Attorno a questa idea di sviluppo umano, solidamente fondata su questi principi, la Fondazione si mette a servizio del territorio”.

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