Si è conclusa la I edizione dell’Horcynus Summer School in conservazione e restauro delle opere d’arte contemporanea: “Una grande opportunità per il territorio” per Gaetano Giunta, presidente uscente della Fondazione Horcynus Orca

Gli studenti della I edizione dell'Horcynus Summer School

Si è conclusa venerdì 7 agosto la prima edizione dell’Horcynus Summer School in conservazione e restauro delle opere d’arte contemporanee. La Summer School è la prima iniziativa della Scuola Euro-Mediterranea di Economia Etica, di Bellezza e di Pace “S.E.M.E di Bellezza e di Pace”, realizzata dalla Fondazione di Comunità di Messina con importanti partner internazionali. La Summer School è diretta da Gianfranco Anastasio (nella foto sotto con Luciano Pensabene Buemi). I docenti sono stati scelti fra i più noti esperti nel campo, provenienti, oltre che dalle istituzioni organizzatrici, da prestigiose istituzioni pubbliche e private.

Da sinistra Pensabene e Anastasio

Si tratta di: Luciano Pensabene Buemi, conservatore presso la Peggy Guggenheim Collection di Venezia; Letizia Montalbano, direttore della Scuola d’Alta Formazione e di Studio dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze; Marco Bazzini, storico e critico d’arte, presidente dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche ISIA Design di Firenze; Martina Corgnati, critico d’arte e docente di Storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano; Giuseppe Frazzetto, professore di Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Catania e l’Università di Catania; Mattia Patti, storico dell’arte contemporanea presso l’Università di Pisa e coordinatore del progetto “FUTURAHMA – Dal Futurismo al ritorno al classico”. Agli studenti sono stati proposti anche seminari a cura di eminenti rappresentanti di vari aspetti del contemporaneo, dal giurista Gaetano Silvestri, presidente onorario della Corte Costituzionale, al videoartista Stefano Roveda, specialista in linguaggi dell’interattività. E ancora Paolo Benvenuti, Coordinatore della Scuola del Cinema dell’Università di Firenze, Giuseppe Giordano, docente di Storia della Filosofia all’Università degli studi di Messina e il restauratore Francesco Mannuccia. Ventuno gli studenti ammessi a partecipare, per altrettante borse di studio erogate dalla Fondazione Horcynus Orca, a fronte delle quindici inizialmente disponibili, per rispondere all’alto numero di candidature ricevute. Agli studenti è stato rilasciato un attestato di frequenza e sono stati riconosciuti crediti formativi. Hanno frequentato la Summer School Manuela Caruso, Alessandro Cucè, Simona Frassica, Marcella Gemelli, Pasquale Pollara, Tania Scilipiti, Salvatore Tortorella, Daniela Vinci, Santo Rizzi, Giulia Freni, Giuseppe Gulletta, Antonina Marguccio, Giorgia Minisi, Giusy Irene Pellegrini, Federica Vitaliti, Enrica Zaccone, Paola Federica Bucalo, Laura Faroti, Giuseppe Finocchio, Adele Iacovella, Ilenia Sidoti e Maryam Talakoub.

Studenti della Horcynus Summer School a lavoro sui pianoforti di Isgrò

Gli iscritti hanno lavorato su opere provenienti dalla collezione Horcynus Orca e da collezioni pubbliche e private, tra gli altri, di Emilio Isgrò, Tsibi Geva, Moataz Nasr, Irma Blank, Gianni Colombo, Chiara Dynys e Turi Simeti.

“La Summer School ha rappresentato, semplicemente guardando ai nomi dei docenti, di massimo livello mondiale, una grande occasione formativa per una città, Messina, che ha poche opportunità” spiega il segretario generale della Fondazione di Comunità di Messina e presidente uscente della Fondazione Horcynus Orca, Gaetano Giunta. “Amartya Sen diceva che le libertà delle persone si misurano in base alle alternative che  hanno a disposizione. Oggi i giovani della nostra terra non sono liberi come i giovani di Roma, Milano e Berlino, perché hanno meno alternative per il loro futuro. Costruire opportunità e alternative su un territorio spesso periferico rispetto ai grandi processi di cultura, d’arte e di innovazione tecnologica, è il servizio che una Fondazione culturale come la nostra deve tentare di mettere in pratica. Farlo con fondi privati, quelli della Fondazione di Comunità e della Fondazione con il Sud, è un altro motivo di soddisfazione”.

“Tutto questo interesse, che arriva da addetti ai lavori,  ci induce a guardare già all’anno prossimo – sottolinea il direttore della Summer School Gianfranco Anastasio – per un ampliamento dell’offerta formativa: l’obiettivo è introdurre percorsi differenziati per professionisti e studenti, implementare un’attività di diagnostica delle opere in collaborazione con i laboratori dell’Università di Messina e del Cnr, e permettere il riconoscimento di questo percorso formativo, con la concessione di crediti, non solo negli istituti universitari e specialistici dell’area dello Stretto, ma anche presso gli omologhi di Roma, Torino, Milano, Firenze. Inoltre, la posizione al centro del bacino del Mediterraneo della Fondazione ci aiuterà a coinvolgere anche i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, convinti, come siamo, che l’arte sia una delle vie maestre per produrre ricadute sociali, economiche e professionali sui territori. L’attività della Summer School – aggiunge Anastasio – e le riflessioni relative alla conservazione, al restauro e alla tutela dell’arte contemporanea si inseriscono a pieno titolo nel percorso tracciato dalla Fondazione Horcynus Orca. L’arte contemporanea pone infatti problemi di ordine critico e impone una riflessione non solo su come ma anche su cosa condividere con le generazioni future, tenendo in considerazione il valore artistico, gli aspetti di mercato, ma anche le ricadute di ordine sociale dell’opera d’arte. Durante le 150 ore di lezioni e di laboratorio, gli studenti hanno riflettuto non solo sugli aspetti tecnici, ma anche sugli indirizzi artistici, scientifici, sociali ed economici della conservazione. La nostra aspirazione – conclude Anastasio – è creare nel tempo un gruppo di lavoro permanente, per il MACHO, il museo d’arte contemporanea della Fondazione Horcynus che è stato inaugurato lo scorso 28 luglio, ma anche per altre realtà del territorio, pubbliche o private, che necessitino di servizi per la conservazione e il restauro”.

D’altra parte, la conservazione dell’arte contemporanea è attualmente la nuova frontiera per i professionisti in Italia e all’estero. “La gran parte dei seminari d’arte previsti in autunno sono dedicati a questo tema – ha dichiarato Letizia Montalbano, direttrice della Scuola d’Alta Formazione e Studio dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze, il più importante centro di restauro e conservazione in Italia, che ha avuto in cura, tra le altre opere, l’“Adorazione dei Magi” di Leonardo da Vinci, la “Decollazione di San Giovanni di Malta” di Caravaggio e due Croci di Giotto – In Italia si sta procedendo alla costruzione di una teoria del restauro del contemporaneo, che oggi ancora manca e che rappresenta l’attualità nel dibattito artistico. Se questa Summer School sarà in grado di formare nuovi esperti nel campo, sono certa – conclude Letizia Montalbano – che in Sicilia, terra di contemporaneo, non mancheranno per loro esperienze lavorative”.

“Un percorso formativo sulla conservazione di ciò che ci circonda è una necessità – aggiunge Luciano Pensabene, conservatore della Fondazione Guggenheim, che in carriera si è occupato, tra l’altro, di interventi su opere di Pollock e Kandinky – Il valore di questa prima edizione della Summer School si misura anche in considerazione della sua unicità nel profilo nazionale e forse anche internazionale. Si tratta infatti dell’unico percorso formativo sulla conservazione dell’arte contemporanea che offre ai suoi allievi sia la parte teorica, didattica, sia laboratori permanenti e attività pratica negli spazi messi a disposizione dalla Fondazione Horcynus Orca. Gli studenti hanno avuto inoltre la preziosa occasione di assistere all’inaugurazione di uno spazio museale, il MACHO, a pochi passi dai luoghi di lezione. Hanno contribuito alla sistemazione della collezione presente e, in futuro, avranno a disposizione un polo del contemporaneo per continuare a fare esperienza”.

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