Horcynus Festival, il cambiamento climatico tema degli appuntamenti di settembre
Incontri a Messina tra le principali reti dell’economia sociale e con artisti contemporanei per riflettere sull’urgenza di metamorfosi in tema ambientale. Premio Horcynus Orca al climatologo Filippo Giorgi
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Dal 24 al 28 settembre, al Parco Horcynus Orca di Capo Peloro, torna Metamorfosi, la XVII edizione dell’Horcynus Festival, organizzato come sempre della Fondazione Horcynus Orca e della Fondazione di Comunità di Messina, quest’anno in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna in Italia – la Spagna è il paese ospite del Festival 2019 – e la Fondazione con il SUD. Gli appuntamenti in programma, in particolare il Seminario della Scuola Euro Mediterranea di Economia Responsabile di Bellezza e di Pace (S.E.M.E.R.) e l’arte contemporanea di Incontri mediterranei. Il quinto punto cardinale, intrecciano i percorsi di ricerca delle Fondazioni messinesi su estetiche, nuovi paradigmi economici, giusti e sostenibili, e nuove tecnologie necessarie per la tutela e la salvaguardia del pianeta. La sessione di settembre, inoltre, costituisce, come già nel 2018, il momento di incontro tra la Fondazione di Comunità di Messina e la Fondazione Horcynus Orca con le importanti reti euro-mediterranee delle organizzazioni della filantropia istituzionale strategica, della finanza etica e dell’economia sociale e solidale.
I seminari saranno aperti da una conferenza del fisico Filippo Giorgi, già componente dell’IPCC, il panel intergovernativo che nel 2007 ha vinto il Nobel per la pace. A Giorgi sarà consegnato l’annuale Premio Horcynus Orca. Il suo intervento, in programma il 25 settembre, dal titolo L’uomo e la farfalla, scenari globali e cambiamento climatico, introduce i due workshop finalizzati rispettivamente a definire la programmazione triennale della Scuola EuroMediterranea di Economia Responsabile di Bellezza e di Pace e a completare la progettazione de I Parchi della Bellezza e della Scienza. Intrecciato con i percorsi appena descritti Martina Corgnati, responsabile delle iniziative d’arte contemporanea della Fondazione Horcynus Orca, curerà il progetto d’arte contemporanea che si confronta con uno sguardo proprio con le stesse tematiche.
Le giornate di lavoro saranno introdotte dalla stessa Corgnati e dal segretario generale della Fondazione di Comunità di Messina, Gaetano Giunta. “I prossimi eventi – spiega Gaetano Giunta – chiariscono come l’Horcynus Lab Festival sia diventato momento centrale per la costruzione di nuovi paradigmi a supporto di una programmazione strategica che sostenga processi locali di Metamorfosi”. L’obiettivo dei seminari e dei workshop è una programmazione operativa pluriennale sottoscritta, su invito della Fondazione di Comunità di Messina, dalle grandi reti euromediterranee della filantropia istituzionale, dell’economia sociale e solidale e della finanza etica, per la prima volta cooperanti in modo strutturato fra loro. Questa programmazione, centrata sull’analisi degli effetti dei mutamenti climatici sulle dinamiche migratorie e socio-economiche globali e dei territori, sostanzia gli esiti del protocollo d’intesa firmato da queste stesse reti già durante l’edizione 2018 dell’Horcynus Lab Festival. Il protocollo promuove una vera e propria metamorfosi del pensiero e delle pratiche socio-economiche, dei sistemi d’istruzione e di conoscenza, dei modelli produttivi e di consumo, delle politiche energetiche e più in generale dei paradigmi tecnologici, così come dei modelli di governance locale e globale. Questo in risposta alle pratiche predatorie di un paradigma socio-economico dominante che ha generato una serie di disarmonie e contraddizioni di carattere, ormai, strutturale, specie sotto il profilo della distruzione dilagante delle risorse naturali e socio-relazionali e di uno sconvolgimento climatico epocale.
A fianco delle attività seminariali, l’Horcynus Lab Festival propone un secondo percorso: Incontri mediterranei. Il quinto punto cardinale, guarderà agli stessi processi di metamorfosi, e alla loro necessità, con la sensibilità e con gli occhi di artisti internazionali, nella convinzione che le estetiche più di ogni altro sapere umano hanno la capacità di anticipare visioni, desideri e bisogni dei popoli, che le arti visive, con il loro approccio creativo e partecipativo, sanno intravedere problemi e immaginare soluzioni che ad altri operatori o ad altre forme mentis semplicemente sfuggono. Incontri mediterranei. Il quinto punto cardinale si colloca nella tradizione degli eventi di arte contemporanea promossi e organizzati dalla Fondazione Horcynus Orca con la curatela di Martina Corgnati. Come nelle precedenti occasioni (Incontri Mediterranei: Sud-Est (2005), Incontri Mediterranei: nord-ovest (2012) e Incontri mediterranei: A come Armenia (2015), il seminario si propone come “piattaforma” di lavoro, scambi e riflessioni che raccordano linguaggi e approcci caratteristici dell’arte contemporanea con temi di stretta attualità. “In questa occasione – spiega la curatrice Martina Corgnati – il tema è l’ambiente, più propriamente la crisi ambientale ed ecologica che investe tutti in forme diverse ma sempre minacciose ed inquietanti, se non già terribili. Il quinto punto cardinale, naturalmente, è una necessità invocata dalla natura stessa del problema; di fronte alla crisi ambientale un approccio “locale” o finanche regionale è inutile e impossibile; è indispensabile pensare globalmente e articolare uno sforzo coordinato su scala planetaria per sperare di arginare una situazione di grave difficoltà che si manifesta in ogni contesto in maniera differente e in tempi diversi, rapida e impetuosa, cioè sotto forma di emergenza. Ecco allora – conclude Corgnati – che il “quinto punto cardinale” raccorda tutti gli altri e supera la stessa dimensione mediterranea. Per questo è “quinto”, dappertutto ma senza trascurare gli elementi locali”. Nelle giornate del workshop sono stati invitati non solo artisti ed economisti ma anche ricercatori e registi che, in vario modo e con vari approcci, dedicano le loro energie a questo tema. Il 24 settembre, Giovanna Giachetti propone un’installazione e una performance che, attraverso l’interpretazione contemporanea della figura di Penelope, con il suo gesto paziente e infinitamente ripetuto del cucito e del ricamo, si prende cura del mondo e dell’umanità “a rischio” nel transito fra Scilla e Cariddi. L’opera realizzata dall’artista arricchirà in via permanente la collezione del Museo MACHO.
Il 25 settembre presentano il proprio lavoro Andrea Caretto e Raffaella Spagna, un duo che da moltissimi anni affronta il rapporto uomo-natura dal punto di vista dell’alimentazione e dell’analisi, insieme scientifica e poetica, di differenti ecosistemi Il 26 settembre, l’artista, fotografa e regista franco-americana Anne De Carbuccia presenta il suo recente cortometraggio, One Ocean, dedicato allo stato del mare, e in generale il suo progetto artistico-ecologico sostenuto dalla Fondazione One Planet One Future. La giornata del 27 settembre è dedicata all’India, paese che nei prossimi anni giocherà un ruolo sempre più decisivo negli equilibri ecologici del pianeta. Fra i più densamente popolati della terra, e con un tasso di sviluppo fra I più rapidi, l’India vive oggi una straordinaria compresenza di situazioni tradizionali e avveniristiche, spesso in conflitto fra loro. Ne parleranno Ananda Banerjee, artista, naturalista e giornalista conservazionista, con un focus sul problema del conflitto uomo-animali selvatici, e Massimo Spadoni, ricercatore del CNR e attualmente consigliere scientifico presso l’Ambasciata d’Italia di New Delhi, che si è occupato a lungo di “boschi sacri” e foreste abitate dalle società tribali e tradizionali, realtà che interessano l’India come anche molti paesi del continente africano e non solo. Conclude la giornata la proiezione e presentazione del film di Anna Kauber, In questo mondo, dedicato alle donne pastore in Italia, una visione insieme poetica e documentaristica su un mondo segreto e sconosciuto benché importante per la tutela dell’equilibrio territoriale e idrogeologico. Il 28 settembre, infine, l’incontro con la fotografa ambientalista Begoña Zubero che presenterà il suo lavoro dedicato a diverse realtà ed ecosistemi in Italia e Spagna.
Il 25 settembre, per continuare a segnare il rapporto con la Spagna, paese ospite del Festival 2019, Pablo Fidalgo e Juan Lorente, al termine della loro residenza artistica presso la Fondazione Horcynus Orca, proporranno la produzione originale “Qualcosa nascerà da noi”, performance teatrale in scena fin qui soltanto in anteprima a Roma, proposta a Messina con uno speciale adattamento negli spazi del MACHO.
Infine, a partire dal 16 e fino al 27 settembre, è in programma al Parco Horcynus Orca la prima edizione della Scuola del documentario di impegno civile, a cura di Paolo Benvenuti e Federico Vitella in collaborazione con il Dipartimento Cospecs Università di Messina.