Fabbrica Zero, la linea produttiva è in funzione. Ora lo scale-up

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foR bioplasTics

Italian United Kingdom

 

Dopo aver verificato in loco il funzionamento dei macchinari uno a uno, in questi giorni EcosMed ha portato a termine nella sede della “Fabbrica Zero” a Roccavaldina il collaudo complessivo dell’intero impianto. Dunque la linea produttiva è stata messa a punto.

Ora si tratta di metterla a regime cominciando a testare il processo, che finora si attestato su scala di laboratorio, per la produzione semi-industriale (per il momento fra i 150 e i 180  Kg/h).

In parallelo saranno inviati campioni di bioplastiche del brand ecobuddy – formulazioni diverse a seconda del tipo di produzione – a potenziali clienti con cui sono già in corso interlocuzioni avanzate per eventuali commesse. Si tratterà di campioni prodotti non solo con le trebbie, ma anche con gli scarti della produzione del caffè e della sansa. E contestualmente si procederà con le dovute certificazioni. Mentre Giardineria Italiana procederà con test su vasi per la florovivaistica.

Più di ottanta formulazioni

UNIME, che nel corso di LIFE RESTART ha realizzato oltre ottanta diverse formulazioni (differenti “ricette” con un mix di trebbie, anche di diversi tipi, e plastiche bio) di queste bioplastiche uniche nel loro genere, sta terminando i test sulla riciclabilità e sulla fluidità delle stesse. E ha avviato sperimentazioni anche con scarti di produzione del caffè e della sansa.

È stata inoltre messa a punto in via definitiva la “banca dati”, realizzata con il professor Franco Olivieri, dell’Università degli Studi di Messina, vale a dire il modello matematico in grado di mettere in relazione il comportamento meccanico dei materiali con la loro composizione, cosa che permette di produrre materiali custom-made: in base al tipo di applicazione e alle proprietà fisiche e meccaniche della singola formulazione bioplastica, è possibile caratterizzare la composizione e il procedimento industriale più adatti per un dato prodotto.

Per parte sua, Crossing Srl ha concluso gli studi, dopo un anno di biodegradazione nel suolo e di compostaggio dei biocompositi con differenti formulazioni, eseguendo test sia diretti che indiretti in conformità alla normativa ASTM D5988.

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