Non solo “pellet”. Tappi, vasi, etichette

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Italian United Kingdom

Ricerca, sperimentazione, test e validazione. In questi mesi l’attività congiunta dei partner del progetto LIFE RESTART – in particolare UNIME, Crossing ed EcosMed – ha portato alla messa a punto di alcune efficaci formulazioni di bioplastiche (che si traducono nei cosiddetti compound, le materie prime-seconde che assumono una forma simile al pellet) dotate di tutte le caratteristiche per essere potenzialmente prodotte e commercializzate. Testate dai vari punti di vista tecnico-scientifici su scala laboratoriale e industriale, diverse formulazioni sono oggi pronte, e altre ne arriveranno: varie “ricette”, validate e adatte a realizzare, a seconda delle specifiche proprietà di ognuna, prodotti finali differenti, in particolare legati all’agricoltura, alla cosmetica, all’ambito florovivaistico.

Concluso positivamente il check di biodegradabilità dei biomateriali, realizzato da Crossing srl, il prossimo passo sarà avanzare la richiesta della relativa certificazione. Mentre da parte di Fondazione MeSSiNA è in corso di affidamento lo studio del Life Circle Assessment dei compound.

Prototipi di prodotti finali e design

Oltre a ciò, con queste formulazioni sono stati realizzati anche alcuni prototipi di oggetti: vasi, etichette, tappi. Ovvero primi manufatti di largo consumo realizzabili con le bioplastiche LIFE RESTART e quindi, in prospettiva, spendibili sul mercato. E, una volta attiva a Roccavaldina la “Fabbrica Zero”, si lavorerà non solo alla produzione di “pellet”, ma pure alla realizzazione di prodotti di design progettati in collaborazione con i più importanti designer italiani.

Alcuni di essi, in particolare Luca Fois, co-direttore del master in Design for Kids and Toys del POLI design di Milano e il noto designer Bernardo Corbellini, hanno già condotto un primo percorso di formazione con i ragazzi del borgo con cui hanno ideato vasi da fiori divenuti il premio di “Mangia e cambia”, una manifestazione dedicata alla sostenibilità, promossa, fra gli altri, da Slow Food di Messina.

Questo lavoro di messa a punto di compound e prototipi di prodotti si è via via affiancato alla individuazione della rete distributiva sul mercato e alla messa a punto dei primi accordi con la stessa in modo di essere pronti per partire.

 

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